di Nello Cristaudo
La sospensione e la riduzione di tasse e contributi da versare alle casse del Conservatorio di Musica “Luigi Canepa” di Sassari, unica istituzione accademica ad effettuarla in tutta Italia, ha destato molto scalpore tra gli studenti che frequentano l’istituzione di Alta Formazione Musicale, ma anche tra quelli di altre università che hanno ben accolto il gesto fatto dal presidente del Conservatorio Canepa, avv. Ivano Iai, chiedendo, mediante i loro rappresentanti, ai rettori di compiere la stessa scelta coraggiosa fatta in Sardegna.
Il Conservatorio “Luigi Canepa” ha una lunga tradizione musicale che trae origine sin dalla seconda metà del XIX secolo, con la Scuola Gratuita di Canto e Suono, fondata dall’amministrazione civica nel 1862 con lo scopo di alimentare l’orchestra e il coro del Teatro Civico attraverso l’apporto di musicisti residenti in città, per passare poi, nell’arco degli anni, da Istituto Musicale a Liceo Musicale ed infine a Conservatorio Statale nel 1968. In questa gloriosa istituzione vi è un’ottima offerta formativa con diverse discipline che ivi vi vengono insegnate: Canto, Composizione, Musica corale e direzione di coro, Organo e composizione organistica, Pianoforte, Arpa, Chitarra, Flauto, Oboe, Clarinetto, Fagotto, Sassofono, Corno, Tromba, Trombone, Strumenti a percussione, Violino, Viola, Violoncello, Contrabbasso, Musica elettronica, Clavicembalo, Jazz, Strumenti a percussione.
Abbiamo intervistato il presidente, avvocato Ivano Iai, che ha accettato gentilmente di concederci l’intervista ponendogli una serie di domande che riportiamo di seguito insieme alle sue cortesi risposte.
Quali sono le motivazioni che l’hanno indotta ad emanare un provvedimento in deroga al Regolamento in materia di tasse con sospensione dei termini e riduzione dei contributi dovuti dagli studenti del Conservatorio per l’anno accademico 2019/2020?
Attraversiamo un momento difficile, sia dal punto di vista educativo e formativo, sia dal punto di vista umano e sociale. Gli allievi del Conservatorio di Sassari – così come tutti gli altri studenti italiani – sono a casa da circa un mese e non godono del servizio didattico ordinario che, avuto riguardo alla specificità dell’insegnamento delle discipline musicali, è impossibile garantire pienamente con le lezioni a distanza, comunque attivate e fruibili attraverso le piattaforme messe a disposizione dal Ministero dell’Università. Mi è parso umano, perciò, far seguire al temporaneo sacrificio accettato con molta responsabilità dagli studenti un intervento dell’Istituzione corrispondente alla mancata erogazione del servizio. Ed è stato, il nostro, un modo per alleviare, seppure solo in parte, le difficoltà economiche delle famiglie che li sostengono negli studi, perché anche le Istituzioni possono offrire esempi di solidarietà nel solco dei principi costituzionali, in particolare di quello contenuto nell’art. 2.
Come vive la sua Istituzione questo periodo di sospensione delle attività didattiche a causa del Covid-19?
Il Governo ha ben chiarito, tra le misure indicate, in particolare, nei diversi decreti che si sono succeduti a far data dal 4 marzo scorso, a quali raccomandazioni debbano attenersi le Amministrazioni pubbliche. Al primo posto ci è stato raccomandato di tutelare la salute di studenti e lavoratori e, per questo, il Conservatorio ha adottato una serie di provvedimenti finalizzati a salvaguardarla, garantendo nondimeno la continuità istituzionale, amministrativa e didattica. Dal giorno del mio rientro da Roma, il 7 marzo scorso, ho scelto di svolgere le mie funzioni lavorando in rete e senza mai spostarmi da Nule, il mio paese natale nell’antica regione del Goceano dove mi sono provvisoriamente recato. Da quel momento sono sempre rimasto in contatto e collaborazione con il Direttore, Maestro Mariano Meloni, con il Direttore amministrativo e quello di Ragioneria, Salvatore Fenu e Maria Ruju, con alcuni Dipendenti, tutti ovviamente operanti dalle loro abitazioni in modalità di lavoro agile e a distanza. I risultati sono eccellenti, considerato che nonostante l’eccezionalità della situazione, siamo riusciti a garantire la piena funzionalità dell’Ente, nonostante l’inoperatività della sede ufficiale del Conservatorio, che ha dimora nell’elegante edificio cinquecentesco sul colle dei Cappuccini a Sassari.
Come si è organizzato il Conservatorio che lei presiede per garantire le lezioni agli studenti?
Non nascondo che le difficoltà per noi sono più numerose di quelle che si trovano ad affrontare le altre istituzioni educative e formative di ogni livello e grado. Il Conservatorio non può essere considerato, infatti, una tra le diverse alternative scolastiche e accademiche, ma costituisce una scelta non fungibile e o equivocabile giacché viene intrapresa esclusivamente da chi ha una chiara e precisa prospettiva di apprendere e fare musica. Insegnare uno strumento a distanza è certamente molto meno agevole che tenere una lezione di storia, letteratura, diritto, e altre materie per lo svolgimento delle quali è sufficiente l’oralità. Vi sono poi tutte le difficoltà degli insegnamenti, delle esercitazioni e delle prove d’insieme, dove la prossimità fisica nell’esecuzione musicale è indispensabile per garantire il concentum, il sentimento unitario che dà corpo alla musica. Il Direttore Meloni sta compiendo ogni sforzo per garantire con i Docenti il miglior servizio didattico online e gli allievi, dal canto loro, non hanno mai smesso di esercitarsi da casa, anche promuovendo originali iniziative musicali con l’accostamento in perfetta armonia di tempi e suoni delle separate esecuzioni individuali, poi rese pubbliche attraverso i social network
Come è stata assicurata la funzionalità amministrativa della sua Istituzione e quali provvedimenti sono stati adottati in questo periodo?
Dal mio primo decreto che reca la data del 4 marzo e che ha disposto la sospensione delle lezioni, inizialmente fino al 15 marzo, come era previsto nel coevo decreto del Governo cui anche il Conservatorio di Sassari ha dato attuazione, sono stati emanati ben 7 ulteriori decreti e diramate 2 comunicazioni presidenziali, nonché la circolare direttoriale sulla disciplina della didattica a distanza. L’evoluzione epidemica ha imposto una continua verifica e integrazione delle situazioni già normate, con la proroga del periodo di sospensione formativa in sede fino al 5 aprile, l’attivazione del lavoro a distanza, la predisposizione di norme igieniche e comportamentali finalizzate a salvaguardare il rapporto e l’interazione umana che in un certo momento nessuno sapeva più come attuare, essendo divenuto rischioso stringersi la mano o abbracciarsi. Dovremo far tesoro di alcuni studi che, proprio in questo tempo, ci aiutano a superare il disagio determinato dalla confusione e dall’incertezza sul modo di relazionarsi e salutarsi. Mi permetto di dilungarmi ma non posso fare a meno di citare le parole del Prof. Angelo Monoriti, che insegna Negoziazione alla Luiss: “ Il virus gioca con la nostra “umanità”? Non cancelliamola tout court, senza di essa diverremo degli “esseri”. Cambiamo gioco! Impariamo a stare insieme senza ferirci. Ma qual è la ‘giusta distanza’ da tenere per vivere senza ferirci a vicenda? Non possiamo che prendere spunto dal dilemma del porcospino di Schopenhauer e concludere che dovremo stare così vicini da scambiarci il calore, ma così distanti da non pungerci. Proprio come i porcospini. Dovremo quindi muoverci sin da ora verso un mondo in cui “Non ci saluteremo semplicemente – come facevamo prima, quando ci stringevamo la mano – ma impareremo a guardare l’altro e a realizzare che esiste anche lei/lui (oltre a noi). Un’altra/un altro diverso da noi, ma che – per quanto diverso – ha l’umano diritto di essere guardato e ascoltato. Senza gerarchie, senza pregiudizi. Impareremo finalmente che, su questa terra, non esistiamo, ma coesistiamo. E allora, ricominciamo da qui. Torniamo umani”. D’altra parte, proprio ieri durante una straordinaria benedizione al mondo intero, Papa Francesco ha constatato con straordinaria lucidità “che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme”.
Ci spiega come funziona il meccanismo delle riduzione o sospensione delle tasse per gli studenti?
Preciso, anzitutto, che nessun intervento ha riguardato le tasse, ma i contributi annuali o una tantum dovuti dagli studenti al Conservatorio secondo il Regolamento vigente. Le fasce più deboli della popolazione accademica hanno beneficiato di una riduzione della metà dell’importo versato, mentre per le altre si è provveduto a una considerevole falcidiazione di quanto dovuto in base alla condizione reddituale, sia che si tratti di somme già versate, sia che si tratti di ancora da corrispondere nella terza rata in scadenza. In ogni caso, il decreto dispone che fino al 30 settembre sia sospeso l’obbligo di versamento dei contributi e non debbano calcolarsi indennità di mora per i ritardi. Gli uffici amministrativi dovranno perciò trascurare le sollecitazioni agli studenti in ritardo negli eventuali pagamenti. L’art. 3 del mio decreto n. 16 del 19 marzo 2020 ha inoltre previsto che non debba essere versato il contributo per l’ammissione ai corsi di diploma accademico di primo e di secondo livello (triennio e biennio) per l’anno accademico 2020 – 2021. Infine, non dovranno corrispondere alcun contributo gli studenti che intendano trasferirsi nel nostro Conservatorio da altra Istituzione di alta formazione musicale entro la data del 30 settembre 2020.
Lei è l’unico che nel variegato mondo accademico e dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica ha deciso, motu proprio, di ridurre le tasse ai suoi studenti. Cosa si sente di dire ai suoi colleghi rettori o presidenti?
I provvedimenti sono stati assunti in un frangente emergenziale che non consentiva la convocazione del Consiglio di amministrazione, sede istituzionale eletta per decisioni di siffatta portata e nella cui deliberazione in ratifica comunque confido, tenuto conto che si è trattato di iniziative ampiamente condivise e sostenute sia dalla Direzione didattica, sia da quella amministrativa. Il Conservatorio ha autonomia statutaria ed è, dunque, legittimato a intervenire in materia di contributi dovuti dagli studenti, tanto è vero che non vi è identità di importi nelle diverse Istituzioni musicali del Paese. La situazione che ci troviamo ad affrontare è al tempo stesso seria e nuova e richiede, a mio avviso, una riflessione comune intorno alla quale prevalgano l’umanità e la sensibilità verso gli studenti e le loro famiglie, sentimenti che so bene risiedere nell’animo di chi rappresenta le Istituzioni AFAM e le Università italiane.
Come immagina il futuro del Conservatorio che lei presiede e quali saranno le iniziative che intraprenderà passata l’emergenza da Covid-19?
Traggo ispirazione dalle parole di Papa Francesco: attraversiamo una tempesta dalla quale stiamo già dimostrando di volerci salvare con la volontà e il coraggio di dar nuovo corso e rafforzare i valori della nostra identità umana, dei rapporti sociali, del riconoscimento e del rispetto reciproco che le tante sfaccettature della crisi ci presentano così duramente. Sebbene attualmente sospeso, il Conservatorio ha in programma un calendario fitto di concerti e manifestazioni di altissimo livello che – seguendo l’esempio di una società oggi per sorte riunita intorno a quei valori – riuscirà a consegnare generosamente a una società più matura ma che ha già riscoperto nella musica il vantaggio esclusivo di un’arte che, com’è scritto nel Don Chisciotte, non conosce la malvagità.
La lodevole iniziativa intrapresa dal presidente del Conservatorio di musica “Luigi Canepa” avv. Ivano Iai, viene incontro alle esigenze degli studenti che frequentano l’alta istituzione in un periodo da considerarsi “eccezionale” per le misure di restrizione delle libertà personali per contenere la pandemia internazionale che sta affliggendo tutta Italia ed il mondo intero. L’Italia è uno dei Paesi più colpiti, ed in questi momenti di isolamento, la funzione della musica diventa catartica. L’auspicio è che gli allievi di questo Ente, malgrado il brutto periodo, riescano a far risuonare le note dei loro strumenti musicali e, come in un crescendo rossiniano, ci catapultino in quell’atmosfera eterea che solo la musica sa donarci rinfrancando l’animo umano, nella consapevolezza che la funzione empatica di essa ricopre tutti quei casi in cui la musica segue coerentemente gli alti e bassi della vita, ne sottolinea le emozioni e ne amplifica i sentimenti.
Ci piace concludere con le parole di un famoso scrittore francese, Marcel Proust, che definisce la musica come: “ L’unico esempio di quello che avrebbe potuto essere se non ci fosse stata l’invenzione del linguaggio, la formazione delle parole, l’analisi delle idee – la comunicazione delle anime”.